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Cena-incontro con SALVATORE BORSELLINO dedicata al fratello Paolo

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Mercoledì 23 febbraio al circolo Arci Fuori Orario di Taneto, ore 20.30

Dedicata a Paolo Borsellino, il magistrato ucciso insieme alla scorta nella strage di via d’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992, la cena-incontro di mercoledì 23 febbraio al circolo Arci Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Reggio Emilia) ospita Salvatore Borsellino, il suo fratello minore che da allora gira l’Italia per sensibilizzare la gente a contrastare la criminalità organizzata, il malgoverno e le collusioni tra politica e mafia. Di sicuro le sue parole saranno di grande aiuto per chi vuole realmente comprendere quello che è accaduto dal ’92 in avanti.

La cena inizia alle ore 20.30, seguita alle 21.30 dall’incontro, in collaborazione con Monteverdi Promotion: menù a km zero (in base alla «filiera corta», primo punto del decalogo ecosostenibile del Fuori Orario) con insalata di stagione, arrosto di coppa al forno e patate fritte, dolce della casa e, per soli vegetariani, piatti appositi. Ingresso con tessera Arci, a 12 euro per chi partecipa alla cena e gratuito per chi entra dopo le 21.30; info su www.arcifuori.it o allo 0522-671970 in orari di ufficio.

Salvatore Borsellino omaggia dunque la memoria del fratello Paolo. E lo fa partendo da una frase posta in apertura del suo nuovo sito. A pronunciarla fu Silvio Berlusconi il 4 settembre 2003: «Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana». Gandhi avrebbe ribattuto: «Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo».

Nato a Palermo nel 1942, più giovane di due anni di Paolo Borsellino, Salvatore è il fondatore del movimento delle Agende Rosse, che fa riferimento all’agenda del fratello scomparsa dopo l’attentato di via D’Amelio. In quell’agenda Paolo scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e non se ne separava mai (soprattutto dopo la morte di Falcone). L’agenda sparì dalla sua borsa di cuoio che si trovava sul sedile posteriore dell’auto su cui viaggiava il giorno della strage. Esisterebbero prove fotografiche e video di un carabiniere con in mano la borsa, ma questi avrebbe fornito versioni diverse nei successivi interrogatori.

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Scritto da Staff_NelParmense

Febbraio 23rd, 2011 at 1:15 am