Storia e Memoria, ANNIVERSARI DEL 21 GENNAIO

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Selezione di anniversari, ricorrenze, eventi e personaggi legati alla giornata

Foglio periodico di TWIMC Parma – Anno VI – N. 514 – Edizione del 21.01.2010

Santi del Giorno:

Sant’Agnese vergine e martire (1), San Bartolomeo Albano Roe Martire, Sant’ Epifanio di Pavia, Santi Fruttuoso, Augurio ed Eulogio Martiri, San Giovanni Yi Yun-il Martire, San Meinrado eremita e martire, San Patroclo Martire, San Publio di Atene Vescovo, San Zaccaria del Mercurion, Beata Cristiana di Assisi, Beati Edoardo Stransham e Nicola Wheeler martiri, Beati Giovanni Battista Turpin e 13 compagni martiri, Beata Giuseppa Maria di Sant’Agnese Vergine.

Eventi:

1793: Luigi XVI viene ghigliottinato a Parigi in Piazza della Rivoluzione. 1871: Approvata la legge che trasferisce la capitale d’Italia da Firenze a Roma. 1899: Viene fondata la fabbrica di automobili Opel. 1911: Prima edizione del Rally di Monte Carlo. 1919: Riunito a Dublino, il Sinn Féin adotta la prima costituzione irlandese. 1924: Lenin muore. Stalin inizia ad eliminare i suoi rivali per assicurarsi il ruolo di leader. 1976: Il Concorde entra ufficialmente in servizio.

(1) Sant’ Agnese Vergine e martire

Roma, fine sec. III, o inizio IV

Agnese nacque a Roma da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia, nel III secolo. Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione e molti furono i fedeli che s’abbandonavano alla defezione. Agnese, che aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto. Fu esposta nuda al Circo Agonale, nei pressi dell’attuale piazza Navona. Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue orazioni, fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio. La data della morte non è certa, qualcuno la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano. La parola “Agnese”, traduzione dell’aggettivo greco “pura” o “casta”, fu usato forse simbolicamente come soprannome per esplicare le sue qualità. Visse in un periodo in cui era illecito professare pubblicamente la fede cristiana. Secondo il parere di alcuni storici Agnese avrebbe versato il sangue il 21 gennaio di un anno imprecisato, durante la persecuzione di Valeriano (258-260), ma secondo altri, con ogni probabilità ciò sarebbe avvenuto durante la persecuzione dioclezianea nel 304. Assai articolata è anche la storia delle reliquie della piccola martire: il suo corpo venne inumato nella galleria di un cimitero cristiano sulla sinistra della via Nomentana. In seguito sulla sua tomba Costantina, figlia di Costantino il Grande, fece edificare una piccola basilica in ringraziamento per la sua guarigione ed alla sua morte volle essere sepolta nei pressi della tomba. Accanto alla basilica sorse uno dei primi monasteri romani di vergini consacrate e fu ripetutamente rinnovata ed ampliata. L’adiacente cimitero fu scoperto ed esplorato metodicamente a partire dal 1865. Il cranio della santa martire fu posto dal secolo IX nel “Sancta Sanctorum”, la cappella papale del Laterano, per essere poi traslato da papa Leone XIII nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, che sorge sul luogo presunto del postribolo ove fu esposta. Tutto il resto del suo corpo riposa invece nella basilica di Sant’Agnese fuori le mura in un’urna d’argento commissionata da Paolo V.

Morti:

1793: Luigi XVI di Francia, (n. 1754)

1924: Vladimir Lenin, rivoluzionario e primo leader dell’Urss (n. 1870)

1948: Ermanno Wolf-Ferrari, compositore (n. 1876)

1950: George Orwell, scrittore inglese (n. 1903) – (2)

1959: Cecil B. DeMille, regista (n. 1881) – (3)

1993: Felice Borel, calciatore italiano (n. 1914)

1999: Susan Strasberg, attrice (n. 1938)

2006: Ibrahim Rugova, uomo politico e leader del Kosovo (n. 1944)

(2) George Orwell

(Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950)

«Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario» (G.O.)

George Orwell pseudonimo di Eric Arthur Blair è stato uno scrittore e giornalista britannico. Conosciuto come opinionista politico e culturale, ma anche noto romanziere, Orwell è uno dei saggisti di lingua inglese più diffusamente apprezzati del XX secolo. Probabilmente è meglio noto per due romanzi scritti verso la fine della sua vita, negli anni quaranta; l’allegoria politica de “La fattoria degli animali” e “1984”, che descrive una così vivida distopia totalitaria dall’aver dato luogo alla nascita dell’aggettivo “orwelliano”, oggi diffusamente utilizzato per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero. Orwell condusse sempre la sua attività letteraria in parallelo con quella di giornalista e attivista politico. Si definiva socialista ma le sue forti critiche all’Unione Sovietica ed allo stalinismo lo portarono a scontrarsi con una parte della sinistra dell’epoca. George Orwell nasce da una famiglia di origini scozzesi che appartiene alla borghesia “alto-bassa” (o “nobiltà senza terra”, come la definì lo stesso scrittore). Il padre, angloindiano, è funzionario dell’amministrazione britannica in India. Orwell torna in Inghilterra con la madre e le due sorelle nel 1907, in Sussex, dove si iscrive al collegio St. Cyprian di Eastbourne. Ne esce con una borsa di studio e un forte complesso d’inferiorità, dovuto alle umiliazioni e allo snobismo subiti negli anni da parte dei compagni di studio e della società inglese. Nel 1917 viene ammesso all’Eton College, che frequenta per quattro anni, e dove ha per insegnante Aldous Huxley alle cui opere si ispirerà per 1984, il suo romanzo più celebre. Nel 1922 lascia gli studi per seguire le orme paterne, e tornato in India, si arruola nella Polizia Imperiale in Birmania (Burma). Il 22 novembre dello stesso anno arriva a Mandalay. L’esperienza si rivela traumatica e il 1 gennaio 1928 si dimette. Nello stesso anno 1928 parte per Parigi, dove spera di osservare con i propri occhi i bassifondi delle grandi metropoli europee. In questo periodo inizia a scrivere e lavora come sguattero in alcuni ristoranti. Sopravvive solo grazie alla carità dell’Esercito della Salvezza e sobbarcandosi lavori umilissimi. Pubblica il suo primo articolo su Le Monde nel 1928. Nell’aprile 1932 si trasferisce nel Middlesex, e inizia un lavoro da insegnante come maestro elementare per varie scuole private, che è costretto ad abbandonare per problemi di salute. Il 9 giugno 1936 sposa nella chiesa anglicana di Wallington (nonostante entrambi si dichiarassero agnostici) Eileen O’Shaughnessy, sua compagna da un anno. A Wallington si trova la Bury Farm, la fattoria che, secondo molti, Orwell usò per ambientare “La fattoria degli animali”. Scoppiata la Guerra Civile Spagnola, vi prende parte combattendo contro il dittatore Francisco Franco. Colpito alla gola da un cecchino rientra a Barcellona. Lascia la Spagna quasi clandestinamente. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene respinto dall’esercito come inabile e si arruola, nel 1940, nelle milizie territoriali della Home Guard. In novembre abbandona la Home Guard e diviene direttore del settimanale di Sinistra “Tribune”, che gli affida una rubrica (A modo mio). Inizia a scrivere “La fattoria degli animali”, che terminerà nel febbraio del 1944, ma che, per le chiare allusioni critiche allo stalinismo, molti editori si rifiuteranno di pubblicare. (In quel periodo la Russia di Stalin era alleata del Regno Unito contro il nazifascismo). Nel giugno 1944 adotta un bambino con il nome di Richard Horatio Blair, e nel febbraio dell’anno seguente si dimette da direttore del “Tribune” e diviene corrispondente di guerra da Francia, Germania e Austria, per conto dell'”Observer”. Nello stesso anno (1945) muore la moglie Eileen, in seguito ad un intervento chirurgico, e “Secker & Warburg” gli pubblicano il suo primo romanzo di successo: La fattoria degli animali. Dal novembre 1946 all’aprile dell’anno successivo riprende a scrivere per il “Tribune” e nel 1947 si stabilisce con il figlio a Jura, un’isola delle isole Ebridi. Due anni dopo si risposa con Sonia Bronwell e si occupa della revisione della sua opera più celebre: 1984 (scritto nel 1948). Muore di tubercolosi il 21 gennaio 1950, in un ospedale di Londra.

(3) Cecil B. DeMille

(Ashfield, Massachusetts, 12 agosto 1881 – Los Angeles, 21 gennaio 1959)

Cecil Blount De Mille, più conosciuto come Cecil B. DeMille è stato un regista e produttore cinematografico statunitense di fama mondiale. Tra i padri fondatori del cinema, Cecil B. DeMille frequenta l’ambiente dello spettacolo fin da giovane grazie all’attività del padre Henry che – insegnante alla Columbia University e predicatore di sermoni – si diletta con la moglie Mathilda a scrivere testi per il teatro. A sua volta, nel 1900, DeMille inizia a scrivere piccole cose per il teatro e a recitare assieme al fratello maggiore William. Attratto dal cinema, fonda una propria casa di produzione cinematografica, la “DeMille Play Company”. Dopo aver assistito entusiasta alla proiezione del film “La grande rapina al treno”, fonda nel 1913 assieme a Samuel Goldwyn e a Jesse L. Laski la “Jesse Lasky Feature Play Company”, la futura Paramount. A partire dagli anni ’20 si fa un nome come regista di film biblici, uno su tutti “I dieci comandamenti” (The Ten Commandments, 1923), in cui tratta con crudezza ed impetuosità scottanti temi biblici, dimostrando grande scioltezza con le scene di massa. Del film realizzerà un altrettanto riuscito remake nel 1956. DeMille lancia diverse star cinematografiche, tra cui la grande Gloria Swanson, e farà parlare di sé per i suoi atteggiamenti stravaganti (come i battibecchi con le comparse durante le scene di massa) e il suo accanito credo religioso e conservatore. Nel 1952 vince un Oscar nella categoria miglior film per il suo spettacolare melodramma “Il più grande spettacolo del mondo” (The Greatest Show on Earth), che gli vale anche una nomination come miglior regista. Il 16 agosto 1902 aveva sposato Constance Adams dalla quale ha una figlia di nome Cecilia. La coppia ha poi adottato anche altri tre figli: Katherine, John e Richard. DeMille è sepolto nel cimitero dell’Hollywood Forever Memorial Park, a Hollywood, California. Un riconoscimento intitolato al suo nome viene consegnato nell’ambito dei premi cinematografici Golden Globe.

Filmografia parziale: Carmen (1915), I prevaricatori (1915), Joan the Woman (1916), I dieci comandamenti (1923), Madame Satan (1930), Naturich, la moglie indiana (1931), Il segno della croce (1932), Cleopatra (1934), I crociati (1935), La conquista del West (1936), I filibustieri (1938), La via dei giganti (1939), Giubbe rosse (1940), Vento selvaggio (1942), La storia del dottor Wassell (1944), Gli invincibili (1947), Sansone e Dalila (1949), Il più grande spettacolo del mondo (1952), I dieci comandamenti (1956).

Storia e Memoria – 21 Gennaio 2010 (Thanks to: Avvenire, Fabio Arduino, Santi e Beati, Wikipedia)

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Scritto da Staff_NelParmense

Gennaio 21st, 2010 at 3:00 am

Pubblicato in Notizie Parmensi

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