Le maschere di zucchero filato

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Il panorama Italiano avrebbe bisogno di un po’ d’aria fresca e di alimenti che ti nutrono e nello stesso tempo ti allietano con dei sapori veri ed intensi. Si afferma che siamo in democrazia e questo ci fa stare tranquilli e paciosi, ma forse qualche piccolo appunto su come sono organizzati i poteri andrebbe anche fatto. Nelle partite più importanti (Fondo Monetario, Banche, Grandi Aziende, Prestigiose Cariche Istituzionali, Università, Editoria, Mass Media, Ospedali ecc…), e diffuse in tutto il mondo troviamo in prima fila le “società segrete”: quelle cattoliche integraliste (la cosiddetta massoneria bianca) come “l’Opus Dei”, il cui centro è il Vaticano con importanti insediamenti in Spagna e Francia; quelle laiche e protestanti come il “G.O.I.”, Gran Loggia d’Italia e altre confraternite che secondo dei gradi e dei riti (trentatrè o tre gradi, ecumeniche e più o meno protestanti, evangeliche con qualche inserimento cattolico, ebraiche e seguaci di una scuola esoterica) assumono nomi diversi, e generalmente hanno i loro centri di potere in Gran Bretagna, USA e nell’Europa settentrionale.

Le “società segrete” sono nate con nobili principi ed è anche probabile che in molti casi abbiano inciso positivamente nel sistema sociale. Infatti, tra gli affiliati si trovano eminenti artisti, intellettuali ed esoterici; come si fa a non riconoscere la grandezza di Jung, Mozart, Goethe, Totò, ecc… e visto che parliamo d’Italia non possiamo non ricordare che il Grande Oriente Italiano nel 1862, al termine della felice missione “Unità D’Italia” sponsorizzata dagli inglesi, elesse Giuseppe Garibaldi Gran Maestro effettivo. Nel 18 febbraio del 1908, a seguito del dibattito parlamentare avviato da una mozione di Leonida Bissolati sull’insegnamento religioso nelle scuole, che invitava il governo “ad assicurare il carattere laico della scuola elementare, vietando che in essa fosse impartito, sotto qualsiasi forma, l’insegnamento religioso”, ci fu una spaccatura nel Grande Oriente Italiano. L’ala più radicale e maggioritaria, che faceva capo al gran maestro Ettore Ferrari, rimase nella sede di Palazzo Giustiniani; l’ala più conservatrice (contraria alla mozione), diretta dal capo di rito scozzese, il pastore evangelico Saverio Fera, s’insediò a Piazza del Gesù (Palazzo Vitelleschi). È stata e continua ad essere una lotta dura, intervallata da accordi momentanei, tra il Vaticano, i laici ed i protestanti nelle loro diverse articolazioni (luterani, calvinisti ecc…), molto più genuina e decisiva delle scaramucce fra destra e sinistra! Nel sistema sociale odierno assistiamo ad un lento e costante processo degenerativo: le varie consorterie sembrano molto più interessate ad una strategia rivolta ad ottenere più potere e in qualsiasi modo, senza farsi troppi scrupoli, mettendosi in affari con chiunque pur di migliorare la situazione finanziaria e coloniale; a tal punto che le associazioni a delinquere hanno trovato un’amichevole sponda. Ottima l’idea dei “fratelli” di distribuirsi trasversalmente in parlamento: per dirigere al meglio l’orchestra bisogna avere a disposizione un’ampia gamma di musicisti e non fossilizzarsi nel circolo ristretto di un partito.

I partiti, anche loro nati con nobili principi e con un illustre passato, lottano per occupare i posti chiave dei poteri, ma con minore capacità pervasiva a causa dell’orizzonte ristretto nel quale si muovono, privi di quella visione ad ampio raggio ed a lungo termine che caratterizza le confraternite. I politici sono interessati ad orticelli un po’ più piccoli, facilmente inclini alle brame personali, specializzati soprattutto a scambiare favori, a tal punto che in alcuni casi deputati e senatori sono più propensi ad aiutare gli avversari, vicini per classe sociale (sperando che il favore gli venga ricambiato), che a dar ascolto alle classi sociali disagiate che sostengono di tutelare. Forzando un po’ la mano e con i vari distinguo che mettono in luce appetiti diversi, si potrebbe dire che i partiti sono diventati delle scatole vuote ed a nulla serve cambiare nome o simbolo grafico se poi la sostanza rimane la stessa. Questi pacchetti in offerta si promuovono con un marchio e qualche slogan, fatti al seguito di un’attenta ricerca di mercato che indirizzi all’idea e all’immagine che vende di più (in termini di consenso), al fine di assicurare l’identificazione/proiezione dei cittadini, convinti così di essere democraticamente rappresentati e di partecipare alle decisioni importanti. Vista la grande platea, si vendono valori elementari e di facile commestibilità, idee stantie ma utili a sollecitare gli egoismi ed a rassicurare e consolare. Nella maggior parte dei casi, si vota per interesse, per difendere il proprio lavoro e la categoria professionale di appartenenza.

I sindacati, anche loro dai nobili natali, via via si sono trasformati in lobby affaristiche e non disdegnando gli scambi di favori. Ovviamente ci sono anche commistioni ed articolate contaminazioni tra i vari poteri che danno luogo a coordinate insospettabili, molto in voga nell’era della globalizzazione e della complessità del mondo contemporaneo. Dietro la maschera dei principi si ri-velano vari interessi che vanno dal desiderio di accrescere il potere e le proprie finanze alla preoccupazione di difendere il proprio lavoro. Un sistema sociale basato sul clientelismo e lo scambio di favori sarà utile alle classi sociali più alte, che hanno un maggiore potere di baratto rispetto a chi non ha nulla se non la propria dignità, si trasformerà sempre di più in una società classista e paralizzata, priva di mobilità sociale: fatta di servi e padroni.

La maggioranza delle persone sopravvive narcotizzata dai reality, le telenovelas e i fotoromanzi verità tra veline e calciatori. Altri però, non capiscono perché la nostra “democrazia” funzioni così, e non appartenendo a nessuna “chiesa”, giustamente fanno fatica ad andare avanti, anche se quotidianamente s’impegnano a migliorare le loro capacità e competenze: forse s’illudono di poter camminare con le loro gambe. Certo hanno il vantaggio di vivere una vita da persone che pensano con la loro testa, e saranno i pionieri di un mondo a venire che si spera più civile e meno avvinghiato in queste maglie soffocanti della nostra presunta “democrazia”. La decadenza del nostro paese, gestito da queste maschere di zucchero filato, è già iniziata da un pezzo. Gli scambi avvengono sempre più a livello internazionale, saranno la qualità e le capacità, non la muffa delle clientele, a creare un avvenire che darà una ventata di entusiasmo a questa Italia mammona fatta di tante piccole pecore smarrite.

Aldemaro

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