STORIA E MEMORI RICORDA I CADUTI, DISPERSI e REDUCI DI RUSSIA: 1941-1943, domenica 8 novembre

nessun commento

Nel ricordare la cerimonia in omaggio ai Caduti e Dispersi in Russia, che avrà luogo:
Domenica 8 Novembre p.v. al Cimitero della Villetta a cura dell’U.N.I.R.R. di Parma
nel seguito pubblichiamo un breve inquadramento storico.

Il ritrovo è fissato all’ingresso principale per raggiungere insieme la Lapide posta nel Reparto B (Militari e Caduti) che, alle ore 10,00, verrà benedetta da Don Cagna.
Alle ore 11,00 presso l’Oratorio di San Gregorio Magno nel Cimitero della Villetta Padre Vittorio Schiavetta celebrerà la S.Messa in suffragio di tutti i Caduti e Dispersi.

La presenza della Cittadinanza sarà molto gradita.

STORIA E MEMORIA RICORDA I CADUTI, DISPERSI e REDUCI DI RUSSIA: 1941-1943

NASCE IL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA  –  C.S.I.R.
Il 22 giugno del 1941 le Armate hitleriane irrompono in territorio sovietico ed avanzano rapidamente distruggendo una dopo l’altra imponenti forze russe. Viene allestito in tutta fretta un Corpo di Spedizione composto dalle due Divisioni di Fanteria Torino e Pasubio, dalla Divisione Celere (formata da Bersaglieri e da Cavalleria) e dalla Legione Camicie Nere Tagliamento.  Tale forza, che assume il nome di CSIR, è posta al comando del Generale Giovanni Messe e conta 60.000 uomini, 160 cannoni, 5.500 automezzi, 4.600 quadrupedi e copertura aerea assicurata da 51 caccia, 22 ricognitori e 10 bombardieri. Lo CSIR parte dall’Italia alla fine di luglio 1941. Con molta difficoltà, derivanti dalla insufficiente ed inidonea dotazione di mezzi di trasporto, le Divisioni italiane seguono l’Armata Corazzata tedesca alla quale erano state aggregate. Tuttavia, nonostante le antiquate artiglierie e la mancanza di mezzi corazzati, si comportano valorosamente: superano il Dnjeper ed avanzano verso il bacino del Donetz e conquistano gli importanti centri di Stalino, Nikitovka e Rikovo. Il giorno di Natale i russi sferrano contro le nostre posizioni una vigorosa offensiva che viene però contenuta e respinta con notevoli perdite. A metà febbraio giunge in Russia il primo reparto alpino: il Battaglione Monte Cervino. Un mese dopo lo CSIR viene potenziato con l’invio del 6 Reggimento Bersaglieri e del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzata.

COSTITUZIONE DELL’A.R.M.I.R. – Armata Italiana in Russia:
Mussolini, intanto, è deciso ad incrementare il nostro impegno militare sul fronte russo, invano dissuaso dal Generale Giovanni Messe che si era reso conto della impreparazione del nostro Esercito ad affrontare una guerra di movimento in un ambiente nel quale le nostre armi, il nostro equipaggiamento, i nostri mezzi di trasporto non erano idonei. A partire dal giugno 1942 viene inviato in Russia il 2° Corpo d’Armata con le Divisioni di Fanteria Cosseria, Ravenna e Sforzesca. Tre Legioni di C. Nere (Montebello, Leonessa e Valle Scrivia) sono messe a disposizione dei Comandi di Corpo d’ Armata della Fanteria. Ad agosto sono raggiunte dalle tre Divisioni Alpine Tridentina, Cuneense e Julia e dalla Divisione di Fanteria Vicenza destinata a compiti di occupazione.  Queste nuove Unità, insieme a quelle già presenti in Russia, costituiscono l’ARMIR (Armata Italiana in Russia), al cui comando è posto il Generale Italo Gariboldi. Essa ha una forza di 220.000 uomini, 988 cannoni, circa 420 mortai, 17.000 automezzi, 25.000 quadrupedi e 64 aerei. I tedeschi riprendono l’iniziativa in questo settore solo in luglio del 1942 e le Divisioni già in posto, unitamente alle altre Divisioni di Fanteria arrivate da poco in Ucraina, si spostarono 300 chilometri in avanti fino ad attestarsi sulla riva del fiume Don. Lo schieramento imposto dai Comandi tedeschi alle nostre truppe sul fronte del Don, era insensatamente diluito in quanto a ciascuna delle nostre Divisioni era assegnata la difesa di circa 30 chilometri di fronte, quando le più elementari norme strategiche ne prevedono al massimo 6 chilometri.  Il Savoia Cavalleria si distinse particolarmente nella carica di Isbuschenskij. Questo periodo è la “Prima Battaglia Difensiva del Don”. Le perdite furono di 1.100 Caduti e 5.500 feriti.

RITIRATA DELLE DIVISIONI DI FANTERIA – 16.12.1942
Accerchiamento dell’Armata di von Paulus che assediava Stalingrado. I russi prepararono una seconda offensiva questa volta contro le nostre Divisioni Cosseria e Ravenna, in modo da tagliare in due il fronte dell’ ARMIR. Il 15 dicembre, con un potenziale d’urto sei volte superiore a quello delle nostre Divisioni dilagarono nelle retrovie accerchiando anche le Divisioni Pasubio, Torino, Celere e Sforzesca schierate più ad Est. Inizia quella terribile ritirata che, su un terreno ormai completamente in mano al nemico, le avrebbe in gran parte annientate con una perdita di circa 55.000 uomini tra Caduti e prigionieri.

LA RITIRATA DEL C. D’ARMATA ALPINO – 16.1.1943
Mentre le Divisioni della Fanteria si stanno ritirando, il Corpo d’Armata Alpino riceve l’ordine di rimanere sulle posizioni a difesa del Don per non essere a sua volta circondato. A difesa del suo fianco destro, ormai completamente scoperto, viene spostata la Divisione Julia che, con immenso sacrificio, resiste per un mese ai martellanti attacchi sovietici. Gli alpini devono conquistarsi con duri combattimenti ogni metro verso la salvezza. Solo una parte dei soldati riuscirà il 26 gennaio a sfondare l’ultimo sbarramento russo a Nikolajevka mentre la Cuneense, la Julia e la Vicenza saranno praticamente distrutte a Valuiki dopo 100 chilometri di ritirata. In questa terza fase altri 40.000 uomini rimarranno nella steppa.

BILANCIO DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA
Nel marzo del 1943 i resti di quello che era l’ARMIR vengono rimpatriati e si fanno i primi conti delle perdite. La forza complessiva presente all’inizio dell’offensiva russa era di 220.000 uomini e, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, mancavano all’appello 84.830 uomini. Oggi, dopo approfondite indagini presso ciascun Comune e ciascun Distretto Militare, il numero degli italiani che non hanno fatto ritorno dal fronte russo è di circa 100.000. Tenuto conto che circa 5.000 erano caduti per i fatti d’arme antecedenti al 15 dicembre, le perdite della ritirata sono di 95.000 uomini. I prigionieri furono costretti a marciare per centinaia di chilometri e poi a viaggiare su carri bestiame, in condizioni allucinanti, senza mangiare, senza poter riposare la notte, con temperature siberiane. Coloro che riuscirono a raggiungere i lager di smistamento erano talmente denutriti e debilitati che le epidemie di tifo e dissenteria ne falciarono ben presto la maggior parte. Solo nel 1945/46, 10.000 sopravvissuti furono restituiti dall’Unione Sovietica. Onore delle armi: Il bollettino n. 630 delComando supremo russo, emesso da Radio Mosca l’8 febbraio 1943, avrebbe recitato: « … soltanto il Corpo d’armata alpino italiano deve ritenersi imbattuto sul suolo di Russia… »

CADUTI, DISPERSI, REDUCI DI RUSSIA 1941-1943 / Thanks to: Wikipedia Storia e Memoria

   Invia l'articolo in formato PDF   

Scritto da Staff_NelParmense

Novembre 7th, 2009 at 11:03 pm

Pubblicato in Notizie Parmensi

Tagged with